Nel raccontare dell’enigma Favata, Chiara Giudici, che saluto molto cordialmente, ha ricordato di averlo incontrato nella clinica dove era ricoverato Ernesto Rossi, il quale disse, salutandoli e riferendosi alla sua malattia: io la vincerò.
Ancora una volta quel formidabile matematico che è stato Ernesto Rossi volle essere coerente con se stesso e infatti lui vinse come promesso. Come Socrate, un grande dell’antichità, che la sera prima della sua morte, condannato a bere la cicuta, riunì i suoi amati discepoli e, ricordando l’usanza di portare un regalo al Dio della medicina per una avvenuta guarigione, disse queste ultime parole al prediletto Crotone: domani ricordati di portare un gallo a Esculapio, non te ne dimenticare.
Questo vuole essere un omaggio alla memoria di Ernesto Rossi, prematuramente scomparso.
Un caro saluto va a tutti gli amici della Sirti. Francesco Canonico
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