Romano.Francesco2004@libero.it<romano.francesco2004@libero.it>
16:12
7 LUGLIO 1975
Cari amici,
stamattina, aprendo come di consuetudine il giornale, mi accorgo che oggi è il “7 luglio”.
Tantissimi di voi si chiederanno: < e allora?>.
Per me e spero per il gruppo di amici che partecipò a suo tempo al progetto Backbone Project, si tratta di una data “professionale” molto importante: il 7 luglio 1975 (esattamente 50 anni fa) abbiamo attivato il collegamento Riyad-Jeddah costituito da 2 sistemi (1+1) a 12 MHz analogici Philips (1200 canali + 1 sistema TV) da Riyad a Taif (900 Km) su cavo coassiale e un ponte radio Telettra 2+1 da Taif a Jeddah (200 Km). Il 7 luglio era la data di scadenza contrattuale e per noi della Sirti era un must da raggiungere a tutti i costi.
La posa dei sistemi cominciò a fine gennaio del 1975, previo ricontrollo degli amplificatori effettuato dal mio carissimo amico Flavio Stucchi (detto successivamente Karuf, per via della sua capigliatura). Le tratte: Riyad Shaqra, Shaqra-Ad Dwadimi,Ad Dwadimi-Afif, Afif-Zalim e Zalim-Taif non erano tutte pronte. Mario Mariani ed i suoi giuntisti erano ancora all’opera per riparare i guasti al coax procurati dalla “fretta” di posare, giuntare e ricoprire il cavo. A gennaio era disponibile solo la Shaqra-Ad Dwadimi (170 Km) e per questo la DL di Milano mandò solo una squadra in Arabia per cominciare la posa dei due sistemi. Squadra composta dal sottoscritto, da Stucchi e da due Pakistani assunti per l’occasione dall’ing. Zannerini, direttore dei lavori, mentre Giuliano Invernizzi era il DG della Branch. Il responsabile in loco dei lavori ICT era Giorgio Faelli a cui competevano i lavori di istallazione delle centrali e delle misure delle apparecchiature.
E’ per me ancora indelebile il ricordo del campo di Ad Dwadimi, isolato dal resto del paese (parlare di paese è un eufemismo) e circondato da filo spinato malamente posizionato. Sembrava , mi dispiace dirlo, un campo di concentramento, ma con il tempo per noi diventò un ottimo “rifugio” dove poter mangiare i manicaretti (per modo di dire) del cuoco pakistano e dormire cullati dal “rumore” dei condizionatori, indispensabili a partire dalla fine di marzo da quelle parti. Osservare la notte le stelle, facendo attenzione a non pestare qualche vipera “cornuta”, molto frequente nei campi la sera, era uno spettacolo che mai più ho ritrovato. Le caserme italiane al confronto erano degli hotel a cinque stelle, ma lo spirito di “appartenenza” che permeava nella nostra squadra non ci faceva soffermare su queste “sciocchezze”. Devo essere onesto con voi, la presenza dei due Pakistani non mi aveva rassicurato inizialmente sotto il profilo della efficienza della squadra, ma nel tempo mi sono ricreduto e devo dare atto che si sono comportati benissimo in termini di professionalità e di comportamento.
Vi devo, inoltre, informare che i sistemi Philips erano stati testati a Hilversum, nei pressi di Amsterdam, l’anno precedente da noi stessi, per permettere ai futuri installatori di procedere con la massima speditezza, visti i ristretti termini contrattuali.
Ognuno di noi veniva dall’Italia con esperienze lavorative poco “confortanti” visti i precedenti lavori con i nuovi, a quel tempo, sistemi a 12 MHz a transistor. Personalmente avevo passato due anni per realizzare sotto la guida del compianto Alberto Pisano un sistema da Genova a Roma (12 MHz Face Standard) di soli 450 Km.
Ed ero stato “lodato” dal capo dell’allora ICT/T Francesco Canonico per aver installato e collaudato con l’ISPT in “solo” cinque mesi il medesimo sistema FACE fra Castrovillari e Lamezia Terme di soli 200 Km. In Italia a quel tempo, si trattasse di FACE, Siemens, Telettra, Ericsson o Philips, l’unità di misura per la messa in opera erano i “cinque/sei” mesi per 100/150 Km.
Partendo da questi presupposti, Francesco Canonico decise opportunamente di mandare le squadre ad addestrarsi in Olanda presso gli stabilimenti della Philips a Hilversum e il capo delle linee Philips del tempo, Carmelo Di Bartolo, ci portò in Olanda e ci lasciò per il tempo necessario a prendere confidenza con le apparecchiature. Su mia richiesta, subito accettata, rimanemmo qualche settimana in più per testare telai e amplificatori e “battezzarli” in funzione delle conoscenze (teoriche) del cosiddetto “diagramma di tratta”. Fu anche un’esperienza nuova per me e Stucchi operare nella fabbrica stessa. Prima di tutto “scandalizzammo” il responsabile del laboratorio chiedendo di lavorare oltre il loro normale orario di lavoro. Per tutta la fabbrica, direttore compreso, si chiudeva inderogabilmente alle 17.00 in punto. Un altro “trauma” per il responsabile fu il sistema di misura da noi impostato per verificare il tanto temuto “falso contatto”. Mentre in fabbrica l’amplificatore di linea veniva provato su una piastra vibrante, il Flavio Stucchi inventò un attrezzo di legno (martellometro) con cui percuoteva l’amplificatore durante la misura. Per loro era un affronto alla loro collaudata affidabilità, ma per noi la scoperta di alcuni amplificatori difettosi (pochissimi per la verità) ci salvò da settimane di ricerca guasti, come eravamo soliti fare in Italia su tutte le tecnologie acquistate da ASST e SIP.
Con queste premesse e con l’eccezionale qualità dei sistemi Philips, in soli cinque mesi e con l’arrivo a marzo della squadra di “siciliani” capitanati da Carmelo Morello arrivammo a Taif, contemporaneamente all’attivazione del ponte radio “guidata” da Visigalli e soci.
Mi ricorderò sempre il giorno in cui la Norconsult terminò il collaudo contrattuale del sistema (25 settembre 1975) perché Giuliano Invernizzi mi comunicò nella centrale di Riyad di aver appreso dalla mitica signora Giulia che era nato il mio primogenito.
Anche la sezione Riyad-Dammam con intermedie a Kurays, Hofuf e Abqaiq (500 km) è stata completata nei termini contrattuali entro il mese di ottobre e collaudata entro il 10 di dicembre, cosa che ci permise di trascorrere il Natale del 1975 a casa in Italia.
Il Backbone Project fu l’occasione per la Sirti di dimostrare al mondo delle TLC che avevamo le carte in regola per competere con successo nella costruzione di reti di telecomunicazioni in tutto il mondo e questo fu un buon viatico che ci permise di vincere in Libia e in molte gare nei Paesi del Golfo, sempre rispettando i termini contrattuali e la qualità richiesta, soddisfacendo in toto i Clienti e i loro consulenti, per lo più americani e inglesi.
Mi sono sentito in dovere di raccontare queste mie esperienze volendo ricordare di nuovo, a pochi giorni dalla sua scomparsa, Giuliano Invernizzi, che in Arabia ha vissuto a lungo e ci ha lasciato una parte di sé…, per il suo costante supporto, determinante in numerose occasioni.
Confesso che ho il timore di avere trascurato qualche nominativo e qualche particolare, ma chi avrà la buona volontà e la pazienza di leggere questi “ricordi”, potrà tranquillamente approfondire, correggermi e/o emendarmi.
Un abbraccio a tutti i Sirtini.
Francesco Romano
P.S. Prima o poi scriverò qualche pensiero anche su Abqaiq, luogo deputato per la raccolta di “rose del deserto” (non belle certamente come quelle raccolte in Libia). Un venerdì partì da Riyad una “spedizione” di Sirtini che raccolse nella maniera meno ecologica immaginabile (Poclain con operatore) quintali di “rose”. Sarà stata una coincidenza, ma dal mese successivo (marzo 1975), fu vietata la loro raccolta, pena detenzione e relativa pesante sanzione economica. Chissà perché????
E’ sempre un piacere leggere queste storie e ricordi personali di ex-colleghi, che riportano alla mente luoghi e persone che si sono conosciute e frequentate, magari in altri contesti. Per esempio, non sapevo che Mario Mariani fosse stato un operativo nel settore della giunzione e che fosse stato anche lui in Arabia. Io ho conosciuto Mario quando ero da circa un paio di anni in Sirti Sistemi nella sede di Cassina de Pecchi. Erano i primi periodi di difficoltà aziendale ed era appena stata emessa una comunicazione interna in cui venivano identificate 12 figure considerate in eccedenza rispetto ai piani occupazionali aziendali. Ricordo che era da poco successo l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle (…… che grazie sempre alla Sirti avevo avuto modo di visitare anni prima essendo stato inviato presso la DataBit Inc. per un training in fabbrica sulle macchine telex con interfaccia numerica a 64kbit da installare a Yanbu). Ricevo una chiamata da parte del dott. Boccardi che mi convoca per il giorno successivo presso il suo ufficio. Preoccupatissimo, mi presento all’ora fissata e Boccardi mi dice che io rientravo in Sirti dal lunedì successivo, per affiancare un certo ing. Mariani prossimo alla pensione.
Mario si occupava, come Commerciale Italia, dei vari operatori come Fastweb, Tiscali, Albacom ecc. Ricordo che Mario arrivava generalmente sul tardi (veniva da Luino), entrava in ufficio e, con il giornale sotto braccio, si ritirava sistematicamente nel “pensatoio” per 20/30 minuti. Poi, dopo aver riordinato le idee e con il mozzicone di sigaro tra i denti, tornava e ci spiegava la sua strategia commerciale per la giornata.
Un saluto a tutti voi
Francesco
Ing. Francesco Crescentini
Via dei Platani 27
20093 Cologno Monzese (MI)
Mob.: +39 335 6143669
e-mail: crescentini.francy@gmail.com
X @francescocrescentini
Grazie Francesco per essere attivo con i tuoi commenti e tenere in vita il sito
Luigi Volorio ha scritto a Francesco Romano
>>>>> Il 08/07/2024 10:06 CEST Luigi Volorio ha scritto:
Caro Francesco,è stato un vero piacere leggere i tuoi ricordi scaturiti dalla data del
7 luglio.Pur non essendo stato parte operativamente coinvolta in modo diretto, mi
hai riportato all’atmosfera di quel tempo. La SIRTI era veramente “grande” e lo era
per merito dei suoi uomini. Capacità,entusiasmo,spirito di sacrificio e senso di responsabilità ;questo era il clima in cui ci si muoveva,ed è stato per me molto piacevole
ritrovare nel tuo scritto le sensazioni di quei tempi che caratterizzavano tutta la SIRTI.
Se potrai e vorrai,scrivi ancora di quelle esperienze. Credo che saremmo in molti ad essertene grati.
Un abbraccio,Luigi.
Francesco Romano ha risposto alla mail di Luigi Volorio
Re: 7 luglio
R
romano.francesco2004@libero.it
12:26
A Luigi Volorio Copia g.armento1@virgilio.it
Grazie Luigi per i tuoi apprezzamenti. I “nostri” ricordi fanno parte del centenario patrimonio della Sirti e sono stati i presupposti che ci hanno portato alla costituzione della Associazione Amici della Sirti.
Vorrei veramente che i nostri tanti amici e colleghi arricchiscano con i loro ricordi il nostro sito.
A presto.
Francesco
Commento di Italo Branchini :
Re: [AMICIDELLASIRTI] Ricevo e pubblico la mail di F.Romano sul 7 luglio 1975
I
Italo Branchini
14:26
Grazie Ing. Romano …
Ho letto e riletto con Gioia ed Ammirazione il Suo “Racconto” di verità straordinaria .
Non sono stato in Arabia … come Tanti di Noi Sirtini .
… ma per 20 anni circa ho dato il mio contributo in altri Mondi … diciamo … abbastanza avventurieri .
Ne sono stato e lo sono ancora contento di tutto quello …
La dimostrazione …
Tanta, tantissima Nostalgia .
Un Saluto e mi stia Benone
Caro Francesco
Anche se in ritardo, mi unisco a Gigi Volorio nel farti i miei più vivi complimenti per la ricostruzione che hai fatto di quei lavori che hanno dato lustro alla Sirti tanto da poterla considerare una realtà internazionale nel campo delle telecomunicazioni.
Io, purtroppo, ho un ricordo un po’ sfumato di quegli avvenimenti e quindi permettimi di avere un po’ d’invidia nei tuoi riguardi, anche se ammetto che l’invidia è un sentimento deleterio ma comunque inferiore all’ammirazione, per la lucidità e la precisione con cui hai ricostruito quelle importanti realizzazioni.
Mi sono letto i tuoi ricordi un paio di volte e li ho rivissuti con gran piacere.
Bravo e cari saluti
Francesco Canonico
Caro Francesco (Canonico), ti ringrazio per le tue affettuose parole riguardo i miei ricordi del lontano 7 luglio 1975. Il tuo contributo alla ottima riuscita degli impianti è stato determinante nella preparazione in Italia sia per la decisione di inviarci ad addestrare in Olanda, sia per la scelta dei componenti delle due squadre e relativi strumenti di misura (i nuovi WG) . Ho dimenticato di menzionare anche il nostro “indimenticato” Ernesto Rossi, che venne a visionare il nostro lavoro di equalizzazione dopo il 7 luglio e ne rimase soddisfatto. I suoi consigli sono sempre stati fondamentali per la miglior riuscita dei vari impianti da me istallati.
Se hai qualche minuto di pazienza vorrei ricordare quando nel 1976 non appena rientrato in Italia, fui richiamato ad aprile in Arabia su richiesta di Giuliano Invernizzi a causa di un “possibile” malfunzionamento del sistema a 12 MHz. Le misure periodiche effettuate dai manutentori dell’impianto (Stucchi sotto il capo Mannelli) mettevano in evidenza che la risposta in frequenza dell’impianto Riyad-Taif variava di 5/6 dB fra la sera e la mattina. Mannelli non si sapeva spiegare il perchè e chiedeva aiuto in Italia ritenendo che il difetto fosse nel sistema Philips. Rossi mandò me e mi chiese di relazionarlo non appena avessi preso visione del problema. Ho impiegato due giorni a capire che l’inconveniente era dovuto al fatto che i contenitori degli amplificatori non erano stati rinterrati dai manutentori della pressurizzazione (Pannella padre e soci) per non “perdere” tempo a controllare i valori delle tratte e provvedere alla eventuale ricarica dei pressurizzatori.
Facendo un po’ di conti telefonai a Rossi e gli dissi che il problema era dovuto alla escursione termica fra la notte ed il giorno (chi è stato in Arabia e Libia sa che la temperatura può variare di 20 gradi e più). Lui, molto perplesso, mi disse:. Io gli dissi: . Lui mi rispose:. Gli risposi: . Rimase in silenzio per parecchi secondi. Dopodichè accettò il mio suggerimento di far ricoprire immediatamente tutti i contenitori. Dopo una settimana di lavoro delle squadre di Mannelli l’impianto tornò a funzionare come se nulla fosse successo. Ernesto Rossi me ne diede merito e ricevere un complimento dal miglior “tecnico/matematico” della Sirti (con tutto il rispetto per i presenti e, purtroppo, gli assenti) per me fu come ricevere un “congruo” aumento di stipendio.
Caro Francesco, tu che hai molto più di me vissuto il progetto Libia, perchè non ci racconti qualche particolare di sicuro effetto anche per i tanti che non hanno vissuto quello straordinario periodo?
Un abbraccio.
Francesco
Mi fa piacere avere avuto numerosi commenti positivi sul mio recente articolo “7 luglio 1975”.
Per chi fosse interessato ad approfondire tecnicamente il sistema a 12 MHz installato in Arabia può leggere negli allegati la nota tecnica redatta dalla Philips stessa che spiega con ampi dettagli la complessità del sistema.
Francesco Romano