Nato nel 1948 a Robilante, un piccolo paese delle Alpi piemontesi, cresce in una famiglia di contadini. Vita umile, fatica nei campi. Da adolescente decide di abbandonare gli studi per diventare operaio in una cava di cemento. Giornate tutte uguali, faticose. Grigie. A 27 anni per uscire da quella monotonia decide di iscriversi a una corsa in paese. Arriva ultimo. Ma non gli importa, si sente vivo dopo tanto. Inizia a correre e ad appassionarsi alle gare di montagna. Negli anni conduce una vita semplice, sposandosi, lavorando nella cava di cemento e correndo alla sera. Poi nel 2000 a 52 anni partecipa alla leggendaria Marathon des Sables: 250 km nel deserto del Sahara. Da sconosciuto, arriva secondo.
«La corsa è stato il mio riscatto, la mia vendetta. All’inizio ero una dei tanti, uno degli ultimi, un po’ deriso. Poi dopo un po’ mi hanno visto in televisione, alla Marathon de Sables.»
La ciliegina sulla torta arriva ancora più tardi. Quando nel 2006, a 58 anni, vince una delle gare più dure del mondo, l’Ultra Trail du Mont-Blanc (UTMB). 167 km di corsa, 8.900 metri di dislivello sui sentieri tra Francia, Italia e Svizzera. Il più anziano a vincerla. Stupisce tutti, diventa una leggenda del trail running.

l look del leggendario Marco Olmo durante l’UTMB del 2007. Non c’è traccia di aggeggi tecnologici, sponsor, fronzoli. Quelli come lui non vogliono dare spettacolo, ma solo macinare chilometri.
Oggi, a 76 anni continua a correre nei sentieri dietro casa, ispirando migliaia di corridori con la sua storia. Dalla cava di cemento, alla vetta.
«La vita è molto più dura di una gara di corsa. E, in fondo, si è sempre soli. A volte si viaggia in buona compagnia, di tanto in tanto qualcuno è pronto a tenderti la mano. Ma quando ti trovi a un bivio, la decisione spetta a te, e a te soltanto.»
alla prossima, Andrea Questa è Goodmorning Runlovers, e io sono Andrea Corradin.