Non si finisce mai di apprendere

Oggi in occasione di un incontro, alla presenza di F.Romano, con la dottoressa Silvia Paoli del Museo della Fotografia del Castello Sforzesco a cui abbiamo donato le lastre fotografiche di Pietro Donzelli , incontro legato all’auspicio, una volta restaurate e recuperate le lastre fotografiche oggetto della donazione , di organizzare una mostra fotografica sulla attivita industriale di Donzelli e attraverso questo itinerario fotografico parlare anche di Sirti, siamo venuti a conoscenza della presenza sul sito www.lombardiabeniculturali.it sezione fotografie , di alcune foto, fatte tra il 34 ed il 38 in occasione della Fiera Campionaria di Milano e nel 1972 in occasione di agitazioni operaie, legate alla Sirti

Allego la documentazione estratta dal sito

1 commento su “Non si finisce mai di apprendere”

  1. Invasione sede SIRTI del ’72 (non del Pirellone!)

    Guido Paoli
    23/05 11:59
    A: info@amicidellasirti.it
    Cari amici,

    le foto appena ricevute, riguardanti la famosa occupazione della sede SIRTI di Via Pirelli del ’72, mi hanno fatto tornare alla mente un episodio di cui ritengo essere rimasto ormai l’ultimo testimone.
    Ero nel mio ufficio al 4° piano, e attraverso i rumori che mi arrivavano dal basso e dalla tromba delle scale cercavo di capire cosa stesse succedendo, chiedendomi perché i portieri non avessero chiuso i cancelli.
    Ad un tratto l’ufficio venne “invaso” da una donnina secca e urlante, che malgrado i miei tentativi di resistere, con una scarica di calci negli stinchi mi convinse ad andarmene, inseguendomi anche giù per le scale. In portineria c’era la confusione più completa, e in mezzo agli urli e agli spintoni vidi il dott. Leveghi traballante, che rischiava seriamente di rimetterci un femore.

    Mi trovai accanto a Claudio Speranza, e senza dirci una parola (del resto impossibile per l’estremo rumore) sollevammo Leveghi sotto le ascelle, e con un grosso spintone e un volo giù per la scalinata lo depositammo a terra fuori del caos. Leveghi era completamente fuori di se, non ci aveva riconosciuto e protestava vivacemente per la violenza che gli avevamo fatta.
    La storiella non finisce qui, ebbe un piccolo seguito alcuni giorni dopo nel mio ufficio, quando venne a trovarmi una persona di cui non posso fare il nome:
    “ing. Paoli, mi dispiace tanto di quello che è successo, ma non potevamo fare diversamente, ci avevano dato 5mila lire a testa . . . . ”

    Un cordiale saluto

    Guido Paoli

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