Non sempre perché vogliono farci del male.

Lo Zhuangzi è un antico testo cinese. Un’opera filosofica del IV secolo a.C., tra i principali punti riferimenti del Taoismo. Al suo interno si trova una parabola che recita più o meno così: Un uomo sta navigando con la sua barca in un fiume. All’improvviso un’altra barca colpisce la sua. Ma sull’altra barca non c’è nessuno. È una barca vuota. L’uomo allora non si irrita né si sconcerta; valuta criticamente la situazione e decide come muoversi attorno alla barca vuota per attraversare il fiume. Ma se ci fosse stato qualcuno a guidare quella barca? Beh, allora l’uomo avrebbe probabilmente reagito con rabbia verso l’altro conducente. Avrebbe lanciato urla e imprecazioni, addossandogli la colpa dell’incidente. Un’antica parabola che fa riflettere su come la maggior parte delle nostre reazioni siano spesso influenzate più dalle nostre interpretazioni degli eventi che dalla realtà oggettiva. Come dicono i monaci taoisti, spesso attribuiamo agli altri intenzioni e motivazioni che non esistono. In una visione troppo egocentrica del mondo. A volte, le persone fanno ciò che fanno per motivi a noi invisibili. Per il loro passato. Per le loro difficoltà. Per la loro cultura. Non sempre perché vogliono farci del male. Detto questo: in bocca al lupo per questa nuova settimana! Non la passerete tra i monaci taoisti, ma tra le persone, nella giungla urbana

alla prossima, Andrea Questa è Goodmorning Runlovers, e io sono Andrea Corradin.

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