Il primo riguarda l’indimenticabile collega Ernesto Rossi da tutti considerato il miglior tecnico matematico che abbia avuto la Spettabile. Era più attratto dall’interesse per problemi di alto contenuto tecnico che per quelli più elementari della vita quotidiana e poteva capitare che qualche frase delle sue relazioni fossero un po’ ermetiche. Questo accadde per una sua relazione su una “interferenza” su un impianto a Taif che non saprei precisare in altro modo. Questa relazione andava tradotta in inglese. Io, tra le altre cose, ero a Riyadh ed avemmo la spiacevole risposta dalla pur brava traduttrice assunta da Giuliano Invernizzi che una frase della relazione era intraducibile. Con il compianto Marcello Santoni la trasformammo e così fu tradotta, ma mi raccomandai di non informare Ernesto Rossi della rielaborazione effettuata. Purtroppo una “spia” ci tradì e mancò poco che non mi togliesse il saluto. Comunque il problema fu felicemente risolto anche con la frase rielaborata pur non ricordando come ciò avvenne.
Per quanto riguarda i lavori in Libia, questi hanno avuto sia un successo organizzativo dovuto, tra l’altro, all’impiego dei cosiddetti campi mobili oltre che alla attenta e appassionata regia di un altro compianto collega Alberto Pisano, sia economica per essere riusciti a introdurre in contratto un prezzo per gli scavi basato sul contenuto o meno di roccia. Va ricordata la survey fatta da un altro indimenticabile collega Pieretto Grignaffini che previde intorno al 25% il contenuto di roccia contro il 2-3% previsto dai consulenti inglesi del mininistero libico. Le previsioni di Pieretto furono confermate a consuntivo con scarti di una, due unità percentuali. Questo ci permise di ottenere risultati economi elevati tanto da farmi dire un giorno dall’ing Gelfi che “Abbiati non sa piu dove mettere i soldi.”
L’organizzazione dei lavori fu da me illustrata in una riunione dei dirigenti con una relazione di cui conservo sicuramente la minuta “infognata” in qualche raccoglitore della mansarda. Ebbi anche la soddisfazione, come riportato nella citata relazione, di aver risolto con una equazione di primo grado in una incognita la contabilità dei lavori di scavo tanto che la capo commessa Pirelli la defini la formula “Canonico”. Ma la soddisfazione maggiore fu nel dimostrare che chi veniva dalla”trasmissione” poteva “anche” imparare con una certa facilità come gestire i movimenti di terra, ma non sempre è vero il viceversa. Questo ad onore anche di Alberto Pisano. Non posso, infatti, non ricordare che quando proposi Alberto Pisano come responsabili della Libia l’ing Gelfi mi disse “come, uno che viene dalla trasmissione!”
Quanto sopra non vuol avere alcun accenno polemico, ma solo il ricordo di un periodo lavorativo che considero positivo a tutti gli effetti
Un caro saluto
Francesco Canonico