Oggi è venuto a mancare uno degli amici più cari: Giorgio Faelli. Conosciuto per la prima volta nel 1972 nell’ufficio che si era creato in via Delle Vergini presso la “vecchia” ASST quando, appena assunto, e in squadra con Alberto Pisano abbiamo cominciato ad installare per lo Stato il “famigerato” 12 MHz a transistor GE-Roma FACE-STANDARD. Famigerato perchè non stava in “piedi” nè dal punto di vista dell’isolamento alle sovratensioni, nè alla risposta in frequenza, a causa di un picco “inequalizzabile” intorno ai 1.500 KHz. Giorgio era l’indiscusso capo-gruppo ICT del Lazio ed era, al tempo, una delle colonne portanti della SIRTI. Non nomino le altre per paura di dimenticarmene qualcuna. Il suo supporto era necessario per provvedere all’installazione dei telai lungo le varie centrali ripetitrici e per il supporto ai “rifacimenti e sostituzioni” che nell’arco di due anni il Sistema era stato sottoposto. Persona professionalmente ed umanamente sopra la media e di un attaccamento alla Società assoluto. Nel gennaio del 1975 me lo ritrovo come “capo” a Riyadh per l’installazione e misure degli apparati Philips per il Backbone Project. Come usava in Arabia e sempre mantenuto per la durata dei lavori, l’arrivo dei nuovi “acquisti” veniva partecipato da tutti coloro che si trovavano nella foresteria e il primo approccio con lui fu: <Sai l’Inglese? Sì? Da domani sei il responsabile del 12 MHz TV e Telefonico e devi rispettare i tempi contrattuali senza se e senza ma!> Per me che mi consideravo “quasi neo assunto” fu una forte motivazione, ma condita, anche, da una forte responsabilità. Grazie anche alla collaborazione fattiva delle squadre, completammo i lavori (come ho riportato in una precedente memoria) nei tempi contrattuali e con ottimi risultati al collaudo con gli Inglesi della Norconsult. Diventammo veri amici con Giorgio e non mancava occasione per confrontarci e collaborare al meglio (anche partecipando al venerdì a qualche…”evento” nella piazza centrale di Riyad). Tornammo a casa insieme nel Natale del 1975 e fu l’occasione a Fiumicino di conoscere le rispettive mogli. Da quel momento non è mai mancata una reciproca stima e amicizia allargata alle famiglie. Ho perso un vero amico e mi mancherà tanto, ma tanto.