Nella newsletter del 5 Agosto (potete leggerla, o rileggerla, a questo link) avevamo presentato l’imminente sfida olimpica tra due icone del running, nella maratona. Eliud Kipchoge, keniano, 39 anni e 2 ori olimpici, forse il maratoneta più forte di tutti i tempi. Kenisa Bekele, etiope, 42 anni e 3 ori olimpici. Mezzofondista imbattibile nei primi anni Duemila. Una storia lunga vent’anni.
Abbiamo scomodato perfino Sergio Leone per descrivere il significato della loro sfida. Di nuovo uno contro l’altro, a distanza di vent’anni, sempre nella capitale francese. Due campioni sul viale del tramonto. Da spettatori, credo un po’ tutti ci augurassimo un lieto fine, sul podio.
Un ultimo valzer. Poetico. Nostalgico.
Ma puoi ingannare tutti, tranne il tempo che avanza.
Kipchoge si è ritirato per un infortunio. Il suo primo “DNF” in una maratona. Bekele è arrivato 39° con un tempo di 2h 12’24” e qualche problema fisico.
Cercando un titolo per raccontare la storia, useremmo quello di un film, “La caduta degli Dei”.
Ma i campioni restano campioni, anche nelle giornate più buie.
«Sono vent’anni che io ed Eliud gareggiamo uno contro l’altro. Ma ora c’è una nuova generazione di corridori, ed è molto forte. Anche se oggi per noi è stata una brutta giornata, siamo semplicemente felici di continuare a correre a questo livello. Dopo 10 chilometri ho sentito un dolore al tendine del ginocchio. È diventato intenso, ho pensato di abbandonare. Ma il mio amore per il mio paese mi ha spinto ad andare avanti e finire la gara, nonostante il dolore. Le Olimpiadi non significano solo vincere medaglie; si tratta di mostrare resilienza e determinazione.» – Kenisa Bekele
Come direbbero gli americani: GOAT recognizes GOAT. 🐐 alla prossima, Andrea – Questa è Goodmorning Runlovers, e io sono Andrea Corradin. -Progetto a cura di Runlovers, la più grande community italiana sul running