10 frasi cult del filosofo di La Plata

Julio Velasco nasce a La Plata, in Argentina, nel 1952. Paese in cui nel 1976, con un colpo di stato, viene instaurata una dittatura militare, guidata dal Generale Videla. Un periodo di atrocità e violenza. Julio, che in gioventù era stato un militante comunista, si trova a navigare in brutte acque. Iniziano i rapimenti. Spariscono amici, ma anche il fratello più piccolo che fortunatamente dopo 2 mesi viene riconsegnato ai Velasco. Migliaia di persone non fanno più ritorno alle loro case: i desaparecidos. Julio in quel periodo sta studiando filosofia. Abbandona tutto e scappa a Buenos Aires, dove racconterà era più facile passare inosservati.

Cambia vita.

Si avvicina allo sport, allenando i bambini del minivolley del Ferro Carril, polisportiva della capitale argentina. Diventa tecnico della prima squadra. Vince campionati, arriva alla Nazionale. Nel 1983 vola in Italia dove vince quasi tutto, con i club e con gli azzurri, insegnando qualcosa di semplice ma rivoluzionario: non bisogna avere paura di perdere, ma neanche di vincere. Poi ha girato il mondo come allenatore, portando la sua filosofia in Spagna ma anche nell’Iran degli ayatollah. Più di un coach. Un maestro. Un filosofo. Uno psicologo. Una personalità forte in spogliatoio e fuori. Ma anche uno straordinario oratore, in grado di trasformare aneddoti sportivi, in riflessioni più grandi. Come la “teoria degli alibi” spiegata citando gli schiacciatori (link al video). Le sue frasi sono diventate cult. Eccone 10 iconiche del “filosofo di La Plata”.


Nell’errore bisogna cercare il motivo, non il colpevole.

Festeggia anche gli errori nei tentativi, come fai con i bambini.

La squadra si costruisce cominciando a stabilire i ruoli. 

Ogni tanto ci vuole qualcuno che ci spinga in piscina. E ci costringa a nuotare.

Chi vince festeggia, chi perde spiega.

Il successo non è mai definitivo, e il fallimento non è mai fatale.

Le critiche sono come le medicine: aiutano, ma vanno prese con moderazione.

Il problema non è cadere, ma rialzarsi.

Non si può avere il posto fisso alle Poste e fare la vita spericolata alla Vasco Rossi.

Nello sport, come nella vita, se fai il minimo non otterrai mai il massimo.

alla prossima, Andrea Questa è Goodmorning Runlovers, e io sono Andrea Corradin. Progetto a cura di Runlovers, la più grande community italiana sul running.

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